L’energia verde è ferma al palo. L’ultimo bando del Gse, il Gestore dei servizi energetici, pensato per destinare incentivi alle centrali elettriche green per un totale di 2461 megawatt di potenza, è andato deserto. O meglio, è stato assegnato solo il 12% dell’offerta. Il flop dell’asta si lega all’annosa questione della burocrazia italiana, ai costi e ai tempi infiniti per il rilascio delle autorizzazioni per la costruzione di impianti per l’energia pulita. Parliamo infatti di progetti complessi che, peraltro, vedono spesso l’opposizione delle comunità locali tra ricorsi e vie legali. Costruire in Italia impianti eolici o solari infatti comporta oggi non solo grandi spese ma anche incertezza sui tempi di realizzazione delle infrastrutture. Motivo per cui ai bandi d’agevolazione partecipano pochi operatori.

Il piano del ministro Cingolani

Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è intervenuto sul tema tracciando il programma d’intervento per i prossimi mesi. Un modo anche per cominciare a spendere la grossa fetta di Recovery Plan destinata alla green economy: 59 miliardi di euro, più 9 miliardi di Fondo complementare. Il ministro ha spiegato che entro maggio conta di avere pronto il Decreto Semplificazioni, per sveltire le procedure farraginose che finora hanno bloccato le rinnovabili. I tempi sono fondamentali se si pensa al progetto di lungo termine. «Dobbiamo installare 70 gigawatt di rinnovabili in 9 anni, entro il 2030. Finora ne installavamo 0,9 all’anno. Dobbiamo arrivare a 8», ha detto Cingolani.

La situazione

La strada da fare è ancora molta. Le fonti rinnovabili, spiega il Gse, coprono oggi il 37% dei consumi elettrici italiani. A fine 2020 risultano in esercizio in Italia circa 950 mila impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di oltre 56 GW. Di questi impianti, quasi 936mila sono fotovoltaici, circa 5700 eolici, mentre i restanti sono alimentati dalle altre fonti (idraulica, geotermica, bioenergie). Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Ue — riduzione del 55% di emissioni nel 2030 rispetto al 1990 — in dieci anni bisogna salire al 70% di rinnovabili. E far decollare gli incentivi. Nel 2020, il Gse ha distribuito oltre 15 miliardi di incentivi per la sostenibilità: 11,9 per le fonti rinnovabili, 1,1 miliardi per l’efficienza energetica e per le rinnovabili nel settore termico, 1 miliardo dedicato ai biocarburanti.

Fonte:corriere.it

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